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Giovanni Diodati Bible (1649)
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Giobbe 17
17 / 42
1
Il mio spirito si dissolve, I miei giorni sono spenti, I sepolcri mi aspettano.
2
Non ho io appresso di me degli schernitori? E l’occhio mio non dev’egli sopportare le loro provocazioni?
3
Deh! metti pegno, dammi sicurtà per piatir teco; Chi sarà colui che mi toccherà nella mano?
4
Perciocchè, quant’è a costoro, tu hai nascosto il senno al cuor loro, E però tu non li innalzerai.
5
Di chi parla fra gli amici per lusinga Anche gli occhi de’ figliuoli saranno consumati.
6
Egli mi ha posto per servir di proverbio a’ popoli, Ed io sono pubblicamente menato attorno in sul tamburo.
7
E l’occhio mio è tutto raggrinzato di sdegno, E tutte le mie membra son simili ad un’ombra.
8
Gli uomini diritti stupiranno di questo, E l’innocente se ne commoverà per cagion dell’ipocrita.
9
Ma pure il giusto si atterrà alla sua via, E colui ch’è puro di mani vie più si raffermerà.
10
Or ravvedetevi pure voi tutti, e poi venite; Non troverò io alcun savio fra voi?
11
I miei giorni son passati via; I miei disegni, i proponimenti del mio cuore son rotti.
12
La notte mi è cangiata in giorno, La luce è di presso seguita dalle tenebre.
13
Se io mi trattengo di speranza, il sepolcro sarà la mia casa, Io farò il mio letto nelle tenebre.
14
Già ho gridato alla fossa: Tu sei mio padre; Ed a’ vermini: Voi siete la madre, e la sorella mia.
15
Ed ove è ora la mia speranza? Sì, la mia speranza? chi la potrà vedere?
16
Le mie speranze scenderanno nel fondo del sepolcro; Conciossiachè il riposo di tutti ugualmente sia nella polvere.
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